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dc.contributor.authorBonacchi, Chiaraen_UK
dc.date.accessioned2021-09-09T00:09:59Z-
dc.date.available2021-09-09T00:09:59Z-
dc.date.issued2009-12en_UK
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/1893/33273-
dc.description.abstractNegli ultimi cinque anni, in Italia, si è assistito a una progressiva diffusione di attività di tipo scientifico e professionale, volte a promuovere il dialogo tra pubblico e archeologi nella pratica, o a sviluppare una riflessione teorica sul tema. Questo vivace fenomeno, tuttavia, non si è sino ad ora confrontato con quanto messo a fuoco, sullo stesso argomento, dal settore disciplinare dell'Archeologia Pubblica, che ha raggiunto una definizione matura in Gran Bretagna e Stati Uniti, ma rimane pressoché inedito nel nostro paese. Scopo del presente articolo sarà quello di offrire un primo contributo che agisca in direzione di una contestualizzazione della 'vicenda italiana' entro l'ambito scientifico sopra menzionato, cominciando con il presentare, in chiave di analisi critica, le origini e gli sviluppi dell'Archeologia Pubblica nei circa quarant'anni della sua storia, per arrivare a descrivere l'approccio personale a un suo sotto-settore specifico, definibile come "studio e attuazione del coinvolgimento del pubblico nell'archeologia", mediante la comunicazione. Si procederà, quindi, con l'individuare nel museo il contesto che, al momento, sembra offrire le migliori possibilità per un accoglimento sistematico della comunicazione archeologica, quale mezzo ed espressione dell'Archeologia Pubblica, in Italia. Qui, l'intensifìcarsi di studi sulla comunicazione espositiva fondati sul presupposto della centralità del visitatore (destinatario dell'offerta), piuttosto che delle collezioni, e condotti anche con metodo sperimentale, si lega a una presa di coscienza del potenziale del museo come uno dei fattori di rigenerazione socio-economica, oltre che culturale, a livello nazionale e locale. Diversamente, in Gran Bretagna (patria dell'Archeologia Pubblica, assieme agli Stati Uniti), dove i museum studies si sono mossi nella direzione citata soprattutto a partire dalla fìne degli anni '80, e in conseguenza dei rapidi cambiamenti in atto nello scenario europeo dei mercatì e consumi dei media, il governo rivolge la propria attenzione al digitale per trovare nuove soluzioni con le quali favorire cultura, educazione e crescita economica congiuntamente, secondo una linea che anche Stati Uniti e Francia hanno dichiarato di voler seguire e che incoraggia l'archeologo 'pubblico' a percorrere la strada del broadcasting televisivo multi-piattaforma, al fìne di creare occasioni di incontro con specialisti e non. DCMS (Department for Culture Media and Sport) e BERR (Department for Business, Enterprise and Regulatory Reform) hanno infatti riconosciuto in una "economia della conoscenza", costruita soprattutto grazie al digitale, il settore destinato a contribuire maggiormente a risollevare il Regno Unito dalla crisi economica in corso. Con ciò non si vuole suggerire che per l'Italia la tecnologia digitale non costituisca una importante risorsa per il futuro, ma piuttosto che, qui, il terreno oggi più fertile per la comunicazione archeologica sia quello del museo, visto l'accento che su quest'ultimo è stato posto dalle rappresentanze politiche (ministero in primis), da ricercatori e, se pur indirettamente, dal pubblico' stesso.en_UK
dc.language.isoiten_UK
dc.publisherEdizioni Polistampaen_UK
dc.relationBonacchi C (2009) Archeologia pubblica in Italia. Origini e prospettive di un ‘nuovo’ settore disciplinare. Ricerche Storiche, XXXIX (2-3), pp. 329-349. https://doi.org/10.1400/136947en_UK
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dc.rights.urihttp://www.rioxx.net/licenses/under-embargo-all-rights-reserveden_UK
dc.titleArcheologia pubblica in Italia. Origini e prospettive di un ‘nuovo’ settore disciplinareen_UK
dc.typeJournal Articleen_UK
dc.rights.embargodate2999-12-31en_UK
dc.rights.embargoreason[Bonacchi2009_Archeologia_Pubblica.pdf] The publisher has not responded to our queries. This work cannot be made publicly available in this Repository therefore there is an embargo on the full text of the work.en_UK
dc.identifier.doi10.1400/136947en_UK
dc.citation.jtitleRicerche Storicheen_UK
dc.citation.issn0392-162Xen_UK
dc.citation.volumeXXXIXen_UK
dc.citation.issue2-3en_UK
dc.citation.spage329en_UK
dc.citation.epage349en_UK
dc.citation.publicationstatusPublisheden_UK
dc.citation.peerreviewedRefereeden_UK
dc.type.statusVoR - Version of Recorden_UK
dc.contributor.funderUniversity College Londonen_UK
dc.author.emailchiara.bonacchi@stir.ac.uken_UK
dc.contributor.affiliationUniversity College Londonen_UK
dc.identifier.wtid877133en_UK
dc.contributor.orcid0000-0002-0872-0614en_UK
dcterms.dateAccepted2009-12-31en_UK
dc.date.filedepositdate2021-09-08en_UK
rioxxterms.apcnot requireden_UK
rioxxterms.typeJournal Article/Reviewen_UK
rioxxterms.versionVoRen_UK
local.rioxx.authorBonacchi, Chiara|0000-0002-0872-0614en_UK
local.rioxx.projectProject ID unknown|University College London|http://dx.doi.org/10.13039/501100000765en_UK
local.rioxx.freetoreaddate2259-12-01en_UK
local.rioxx.licencehttp://www.rioxx.net/licenses/under-embargo-all-rights-reserved||en_UK
local.rioxx.filenameBonacchi2009_Archeologia_Pubblica.pdfen_UK
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local.rioxx.source0392-162Xen_UK
Appears in Collections:History and Politics Journal Articles

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